Dalle asce in pietra alle spade di ferro, dagli ornamenti celtici di bronzo alle crocette d’oro longobarde, dalle urne cinerarie alle lapidi romane e poi ceramiche, vetri, sculture e mosaici…Un viaggio nel tempo sulle tracce che Celti, Romani e Longobardi hanno lasciato a Bergamo e nel suo territorio.
Le sale del Museo accolgono i reperti provenienti da diverse località della provincia di Bergamo e dai numerosi scavi di Città Alta, accanto a importanti collezioni come le statue greco-romane e gli oggetti dell’antico Egitto.
Il Civico Museo Archeologico ha origine in una delibera del Maggior Consiglio della Città, quando è istituita la Raccolta di anticaglie, comprendente una serie di epigrafi da esporre nella loggia sotto Palazzo della Ragione.
maggio 1561
A causa dell’ampliamento della collezione, la Bina degli Anziani affida a un gruppo di eruditi locali l’incarico di progettare una nuova sede, individuata in un edificio da costruire sopra il Fontanone, portato a completamento circa trent’anni dopo.
1743
La collezione è allestita nel nuovo edificio, che però nel 1818 diventa la sede dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti.
1770
Il conte Paolo Vimercati Sozzi, che aveva raccolto molti reperti archeologici scoperti in tutta la provincia, dona una parte della sua ricca collezione alla città.
1866
Il prof. Gaetano Mantovani, Reale Ispettore degli scavi e monumenti di antichità per le province di Sermide, Bergamo e Treviglio, si occupa del recupero dei materiali archeologici scoperti fortuitamente nella provincia bergamasca e ne registra i dati nella rivista Notizie Archeologiche Bergomensi, pubblicata fino all’anno 1900. Questa collezione fu esposta per un certo periodo nell’atrio della Biblioteca A. Mai.
1880-1899
Le diverse collezioni confluiscono per la prima volta in un’unica sede museale alla Rocca, ma gli eventi bellici impongono ben presto di trasferire i reperti archeologici in luogo sicuro.
1933-1938
Il Museo è riallestito nel trecentesco Palazzo Visconteo della Cittadella, dove si trova tuttora. Quest’ultima collocazione segna l’inizio di uno sviluppo rispettoso dei moderni criteri museografici, capace di incidere nel quadro culturale cittadino.
1961-1962
Il Museo riapre le porte, chiuse per circa 2 anni di ristrutturazioni, completamente nuovo, sempre nella stessa sede, leggermente ampliata e organizzata con un nuovo percorso. Sono stati aggiunti all’esposizione nuovi reperti di recente scoperta ed è stata corredata di un apparato didascalico aggiornato.
8 giugno 2023
Il Civico Museo Archeologico ha origine in una delibera del Maggior Consiglio della Città, quando è istituita la Raccolta di anticaglie, comprendente una serie di epigrafi da esporre nella loggia sotto Palazzo della Ragione.
A causa dell’ampliamento della collezione, la Bina degli Anziani affida a un gruppo di eruditi locali l’incarico di progettare una nuova sede, individuata in un edificio da costruire sopra il Fontanone, portato a completamento circa trent’anni dopo.
La collezione è allestita nel nuovo edificio, che però nel 1818 diventa la sede dell’Ateneo di Scienze Lettere e Arti.
Il conte Paolo Vimercati Sozzi, che aveva raccolto molti reperti archeologici scoperti in tutta la provincia, dona una parte della sua ricca collezione alla città.
Il prof. Gaetano Mantovani, Reale Ispettore degli scavi e monumenti di antichità per le province di Sermide, Bergamo e Treviglio, si occupa del recupero dei materiali archeologici scoperti fortuitamente nella provincia bergamasca e ne registra i dati nella rivista Notizie Archeologiche Bergomensi, pubblicata fino all’anno 1900. Questa collezione fu esposta per un certo periodo nell’atrio della Biblioteca A. Mai.
Le diverse collezioni confluiscono per la prima volta in un’unica sede museale alla Rocca, ma gli eventi bellici impongono ben presto di trasferire i reperti archeologici in luogo sicuro.
Il Museo riapre le porte, chiuse per circa 2 anni di ristrutturazioni, completamente nuovo, sempre nella stessa sede, leggermente ampliata e organizzata con un nuovo percorso. Sono stati aggiunti all’esposizione nuovi reperti di recente scoperta ed è stata corredata di un apparato didascalico aggiornato.
Il Museo è riallestito nel trecentesco Palazzo Visconteo della Cittadella, dove si trova tuttora. Quest’ultima collocazione segna l’inizio di uno sviluppo rispettoso dei moderni criteri museografici, capace di incidere nel quadro culturale cittadino.
La vocazione didattica del Museo portò nel 1981 alla fondazione del Gruppo Guide del Museo, oggi Centro Didattico-culturale, che diede avvio all’attività con le scuole. Dal 1982 è attiva anche l’Associazione Amici del Museo Archeologico, che costituisce un valido supporto per il Museo stesso grazie alla sua attività di divulgazione della cultura archeologica.
Oggi il Museo offre servizi educativi alle scuole e ad adulti e famiglie, organizza mostre, cicli di conferenze, svolge attività di ricerca e di scavo e dal 1993 pubblica nuovamente la rivista scientifica Notizie Archeologiche Bergomensi.
Dalla preistoria all’età del Ferro, il territorio bergamasco racconta una lunga storia fatta di insediamenti, sepolture e scambi culturali. Scopri i reperti più antichi conservati nel Museo, dalle asce neolitiche alle ceramiche importate dalla Grecia.
Una mummia da Luxor, statuette misteriose e un passato riemerso tra le sabbie d’Egitto: la collezione egizia di Bergamo custodisce storie ancora da svelare.
Tra romanizzazione e identità gallica, emergono indizi di un passato complesso e affascinante, fatto di incontri, scambi e trasformazioni silenziose.